La schietta e nitida visione del romanzo di Collodi ne sostiene la polimorfica struttura che da sempre offre lo spunto a molteplici interpretazioni, qui in maniera volutamente frammentaria, a porzioni, quasi dispensando si vuole portare davanti all’occhio dello spettatore il carattere più cupo del racconto, il suo substrato gotico, aspetti che nell’immaginario collettivo, anche grazie a letture edulcorate come quella di Disney, tendono generalmente a smarrirsi.
Quella che può sembrare una sfumatura letteraria è invece ora innegabilmente la realtà del nostro mondo quotidiano: Pinocchio raggirato, incatenato, sfruttato, accoltellato, impiccato, ingiustamente imprigionato vive la similare condizione dei migranti in arrivo nel “bel paese dei balocchi”.
La nostra fiaba, così come le vicende di sopraffazione e violenza che troppo spesso accompagnano l’integrazione dei migranti di ogni terra, in ogni epoca, sono la chiave di lettura di questo frammento di “Nero Pinocchio”.